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Tutto è immerso in  uno spazio sensibile, dove I piani scivolano, i contorni vibrano, i corpi sembrano sfumare. Equilibri che un niente può spezzare, spazio che si riforma man mano che lo si ascolta. 

Space Memory è un progetto di trasfigurazione di dati scientifici in forma musicale e visuale, con il fine di ricreare uno spazio artistico senza peso e senza ombra ma in grado di respirare ed entrare in sintonia con i musicisti che lo occupano.        

La ricerca prende forma a partire da progetti installativi nei quali ricercatori artistici e scientifici hanno lavorato insieme condividendo la loro idea di futuro, interrogandosi sul modo in cui i dati possono aiutare a comprendere meglio le sfide ambientali e sociali che stiamo già vivendo. I dati non sono buoni o cattivi, semplicemente potenziano la nostra conoscenza del complesso ecosistema in cui viviamo. La nostra sfida è quella di immergere il pubblico in questi dati e creare uno spazio che reagisce in base a come ci si muove dentro, come ci si sposta, fino a diventare parte attiva di questa trasformazione spaziale e sociale.

I primi risultati della ricerca sono stati presentati al Festival Ars Electronica nel 2021 con il progetto ENTU che ha fatto incontrare gli operatori culturali di Spaziomusica e Umanesimo Artificiale, con il collettivo di ricercatori scientifici del CRS4 denominato “EIA Factory”. Un network che ha posto le basi per l’interpretazione artistica di dati metereologici, in primis quelli legati al vento (ENTU in sardo significa “vento”). I dati hanno dato vita ad una istallazione tangibile che occupava uno spazio fisico ma vuoto, senza l’interazione del pubblico a causa dei limiti imposti dalla pandemia. Lo spazio è stato registrato con dispositivi video diventando così uno spazio di memoria trasmesso in streaming durante i Garden del Festival. Da questi concetti è nata l’idea di far evolvere il progetto installativo in una performance multimediale in grado di recuperare l’interazione con il pubblico, con chiunque voglia reinterpretare questa memoria e interagire con questo spazio. Nasce così il progetto Spectrum Memoriae.

Fabrizio Casti: Compositore e didatta, la sua estetica deriva dalla composizione strumentale, ma lavora da sempre nel campo delle installazioni multimediali, dell’arte visiva e dell’improvvisazione. Insegna nei conservatori statali di musica. 

Roberto Zanata: Compositore e programmatore, ha realizzato in Italia e all’estero composizioni per musica da camera, allestimenti teatrali, computer music, arte elettronica, acusmatica e opere multimediali. Insegna nei conservatori statali di musica. 

Sandro Mungianu: Compositore e artista multimediale, la sua ricerca è volta verso l’interazione tra robotica e arte. Insegna Tecnologie musicali e Produzioni multimediali nella scuola superiore ed Elettroacustica nei conservatori statali di musica. 

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