Tutto è immerso in uno spazio sensibile, dove i piani scivolano, i contorni vibrano, i corpi sembrano sfumare, equilibri che un niente può spezzare, spazio che si riforma man mano che lo si ascolta, lo si sguarda, lo si annusa, lo si tocca. Si diventa dispositivo musicale che innesca espressività altre, pensieri altri. Poi il silenzio, i rumori, le tensioni, i passi, l’aria, i respiri, il fiato e poi ancora, le parole, in modo sempre uguale, sempre simile e sempre diverso.
8 dicembre | 22:00 – “𝐒𝐩𝐚𝐜𝐞 𝐌𝐞𝐦𝐨𝐫𝐲” di e con 𝐅𝐚𝐛𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐂𝐚𝐬𝐭𝐢, 𝐒𝐚𝐧𝐝𝐫𝐨 𝐌𝐮𝐧𝐠𝐢𝐚𝐧𝐮 e 𝐑𝐨𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐙𝐚𝐧𝐚𝐭𝐚.
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